Soudal-QuickStep, il neopro’ Paul Magnier non vuole abbandonare del tutto la mountain bike: “Mi piace, ma mi porta anche tecnica ed esplosività”

Paul Magnier è uno dei giovani talenti che passerà professionista nel 2024. Il classe 2004 transalpino, medaglia di bronzo agli ultimi Europei tra gli Under-23, ha infatti firmato un contratto triennale con la Soudal-QuickStep dopo essersi messo in evidenza quest’anno (anche già in corse professionistiche) con la maglia della Trinity Racing, squadra che nelle ultime stagioni ha lanciato tra i grandi diversi talentuosi corridori. Grazie alla formazione britannica, Magnier ha potuto anche partecipare alle competizioni di mountain bike, disciplina con la quale ha iniziato a pedalare in bici da giovane e dove ha conquistato una medaglia di bronzo nella prova juniores di cross-country ai Mondiali 2022.

Il passaggio tra i professionisti costringerà però il 19enne a pensare un po’ meno alla MTB per concentrarsi maggiormente sulla strada: “Nella mountain bike non credo di aver fatto tutto, ma ho già visto molto. Mentre su strada ho ancora molto da vedere e imparare – ha dichiarato Magnier a Directvelo – Ho avuto l’opportunità di imparare con la Soudal Quick-Step e ho deciso di coglierla”. Il francese continuerà comunque ad allenarsi con la mountain bike in alcune occasioni: “Mi fa piacere, ma mi porta anche tecnica ed esplosività“.

Se il suo programma su strada lo consentirà, il classe 2004 potrebbe comunque partecipare a qualche gara di MTB nella prossima annata: “L’obiettivo sarebbe quello di riuscire a fare un campionato l’anno prossimo, sia in Francia che in Europa. Se c’è una maglia da cogliere, perché no? E se lo farò, voglio farlo bene e prepararmi di conseguenza, quindi probabilmente ci saranno due-tre gare di preparazione prima“.

Anche se per ora il pensiero è maggiormente sulla strada, Magnier non esclude un impegno maggiore nella MTB nei prossimi anni: “Mi sto concentrando sul fare del mio meglio su strada, nel WorldTour. Ma se riesco a trovare il mio posto, come Pidcock o Van Der Poel, perché non fare come loro poi?“. A portare il 19enne verso un impegno maggiore nel fuoristrada potrebbe essere la partecipazione alle Olimpiadi, anche se non a quelle del 2024: “Le Olimpiadi sono un sogno. Soprattutto in mountain bike. Mi dico che potrebbe essere interessante fare un anno un programma in cui mi concentrerò completamente sulla disciplina. E vivere un’esperienza olimpica è invitante”.

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